Field

Pictures from a field in Tavullia, Pesaro. Taken from Gabriele Nastro with Fuji x-pro1 mirrorless camera and fujinon 35mm f1.4 lens. 

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In studio con la Fuji x-pro1

​Ecco qualche fotografia realizzata in interni con la Fuji X-Pro1 e il 35mm f1.4. Alcuni scatti sono stati effettuati in luce naturale, altri utilizzando 1 flash da 300w. Filtri applicati in postproduzione: VSCO film 03 e Nik silver Efex 2.

La storia di Julie e un workshop di Fotogiornalismo a Lucca

Darcy Padilla é una reporter vecchio stampo. Nel 1993 mentre stava lavorando ad un reportage sull'assistenza a domicilio ai malati di AIDS conosce Julie, madre tossicodipendente di un neonato di 8 giorni e infetta dal virus dell'HIV. Da allora e per i successivi 18 anni Darcy ha fotografato Julie e  le sue innumerevoli vicissitudini, fino alla sua morte di AIDS, avvenuta nel 2010. 

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Andatevi a guardare le immagini che ha realizzato. Darcy e la sua macchina fotografica hanno accompagnato Julie attraverso una vita intera, fatta di numerose gravidanze e di figli che le sono stati sottratti per via della sua tossicodipendenza, fatta di traslochi, soprusi, tentativi di riscatto, dolori e infinite sconfitte quotidiane. Viene certamente da chiedersi quanto sia realmente utile, e a chi, l'atto di documentare così crudamente una simile vita. Ma andando un po' più a fondo nella storia se ne comprende il senso. Si scopre che Julie, attraverso Darcy, ha potuto riconciliarsi con suo padre che la cercava da 31 anni, mentre la madre adottiva del piccolo Zach, uno dei bambini che gli sono stati portati via dagli assistenti sociali, ha voluto che il bimbo le scrivesse per ristabilire un contatto con la sua vera madre. W. Eugene Smith diceva che spesso i fotografi non riescono ad entrare in contatto con i propri soggetti. Se questo è vero, e spesso lo è, Darcy ha sicuramente oltrepassato quel muro. Ha raccolto la sfida e ha trasformato il racconto di una storia di disperazione in un atto di compassione vero, verso una donna vittima di innumerevoli difficoltà, fornendo ai figli di Julie uno strumento per leggere il proprio passato e per provare a comprenderne le ragioni. Il reportage "The Julie Project" di Darcy Padilla è stato insignito dei più importanti riconoscimenti internazionali dedicati al fotogiornalismo, tra i quali lo Eugene Smith Memorial Fund Grant for Humanistic Photography, il Getty Images Grant for Editorial Photography e un World Press Photo.

Siccome per un fotografo la cosa più difficile non è tanto fare buone foto, ma unirle insieme e formare un racconto utilizzando un linguaggio comprensibile e riconoscibile, potrebbe essere utile, per approfondire questo aspetto della narrazione fotografica, frequentare il Workshop "Il progetto di un reportage: come si racconta una storia", tenuto proprio da Darcy Padilla. Il workshop  si terrà a Lucca il 15 e il 16 di Dicembre in occasione di Lumina, il festival internazionale di fotografia e videoarte. Io ci sto facendo un pensierino...

BYE BYE LEICA...WELCOME FUJI

Alla fine sono riuscito a venderla subito la Leica M9. In realtà non ho resistito a lungo senza macchina fotografica, me lo immaginavo! Così, visto che fotografare con il telemetro mi piace moltissimo, molto più che con una reflex, la mia scelta è ricaduta sull'unica macchina fotografica simile ad una Leica M, e che per giunta è anche molto più accessibile economicamente:

la FUJI X-PRO1.

Intanto posto qualche scatto di prova, mentre già dai prossimi giorni mi metto al lavoro per pubblicare una recensione un po' più dettagliata di questa macchina che, sin dalla sua presentazione, ha fatto tanto parlare di se.

UNA DECISIONE SOFFERTA

Come molti appassionati di fotografia nemmeno io sono stato immune da quella che gli anglosassoni chiamano G.A.S (Gear Acquisition Syndrome), che poi sarebbe una specie di tossicodipendenza all'acquisto dell'ultima tecnologia, che ahimè sembra affliggere in particolar modo fotografi e chitarristi.

E così da 20 anni ad oggi ho cambiato spesso compagna:

Asahi Pentax....Canon EOS 50....Ricoh gr1....Contax G2....Nikon F4s....Nikon D70....D200....D700 e in mezzo qualche altra diavoleria che di sicuro mi sono dimenticato di menzionare.

andando a volte alla ricerca della macchina migliore, altre di quella più compatta, a volte solo alla ricerca di un pretesto per rinverdire la passione per la fotografia. Infine 3 anni fa decisi di comprarmi la macchina fotografica che sognavo da sempre, da quando estasiato ammiravo gli scatti di Henri Cartier Bresson, Robert Capa, Eugene Smith: una Leica M, esattamente una Leica M9. Quella Leica che quando c'era la pellicola "si fa tutto in manuale",  quella Leica che si fece montare l'automatismo a priorità di diaframmi solo nel 2002, quando le altre macchine ragionavano già in megapixel! Ero da anni innamorato della Leica e dell'idea di fotografia che portava con se: poche pugnette, quello che conta è il manico!!!

Devo dire  che sono stati 3 anni che hanno cambiato il mio modo di fotografare. Far fotografie con una Leica presuppone un'empatia molto profonda fotografo/macchina. Sei costretto a pensare la foto in anticipo, ad inseguirla, ad immaginartela prima ancora che accada. Devi pensare alla luce, ai diaframmi, ai tempi, alla messa a fuoco e all'inquadratura...e devi fare tutto molto velocemente. Non è facile, ma quando riesci ad infilare tutte queste cose...il risultato è...WOW!! Quelle lenti ti ridanno indietro delle immagini incredibili, di una pasta diversa, di una dimensionalità diversa. C'è molta poesia in tutto questo. Utilizzare una Leica M9 è come innamorarsi follemente di una donna molto affascinante, quando tutto funziona è meraviglioso, però quando le cose non vanno è un casino!! Fotograficamente parlando vuol dire per esempio aspettarsi da un momento all'altro che ti venga cancellata la scheda di memoria (mi è successo almeno 2 volte!!), vuol dire che se vuoi regalargli un obiettivo alla tua amata devi spendere almeno 2000 Euro e vuol dire tante altre rinunce. Il che va anche bene per chi può permettersi di avere una Leica come secondo corpo e magari una reflex come macchina da lavoro. Ebbene io non me lo posso permettere. Io mi posso permettere 1 macchina fotografica, e che sia possibilmente un bel mulo!! Le Leica a pellicola erano dei muli pazzeschi, le Leica digitali semplicemente no. Sono macchine eccezionali, ma con parecchi limiti e difetti e sono anche molto delicate. Non mi sono disamorato della Leica M, semplicemente mi prendo un momento di pausa. E così qualche giorno fa ho deciso di metterla in vendita e, un po' a malincuore, di separarmene. 

Mi comprerò poi un'altra macchina, poi...non subito, non subito subito. Voglio tenermi qualche giorno solo gli occhi per immaginare fotografie. E' come quando finisce una storia importante, quando ti dici "voglio rimanere single per un po'!!!"

E ALLORA SIA "GABRIELENASTRO.COM"!

Dopo 19 anni di fotografie e non so quanti anni di cazzeggio su e giù per la rete, era proprio arrivato il momento di metterci non solo la faccia, ma anche tutto il resto, gabrielenastro per intero... ovvero gabrielenastro.com!! 

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Cioè, un fotoblog l'avevo già, si chiama Aboutpictures, esiste da parecchi anni ormai, anche se ora è un po' arrugginito e  se ne sta lì buono buono in un angolino, a mostrare a qualche visitatore solitario le 112 foto che custodisce da ormai parecchi anni.

Ma questo sito è qualcosa di diverso.

Questo è il MIO sito.

Se la costanza (che è una di quelle cose che proprio non mi appartengono!!!) per una buona volta mi verrà incontro, qui ci metterò tutto, tutta la mia vita fotografica, passata (qualcosa), presente (poca in realtà) e futura (speriamo tanta).

E allora sia www.gabrielenastro.com!!!